Il progetto HortiCultura presenta una grande valenza per la capacità di coinvolgimento del territorio: dalle scuole, agli enti del terzo settore alle agenzie locali presenta in una prospettiva innovativa la fruizione dei Beni Culturali del territorio.

Monumenti di riferimento mondiale, quali la Reggia di Caserta, gli Scavi di Pompei o l’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, hanno aperto i loro spazi per consentire la realizzazione di orti didattici per bambini (e famiglie) in condizione di povertà educativa e di vulnerabilità economico-sociale.

L’Associazione Melagrana anima, tra le diverse attività del progetto, dei workshop rivolti ai referenti della comunità educante allargata: scuola, servizi sociali territoriali, Asl, Sert, Uepe, privato sociale e le direzioni museali consentendo l’implementazione della conoscenza e dell’interazione tra le diverse agenzie.

Il 31 gennaio 2022 si è tenuto il primo incontro, in modalità on line, a causa delle limitazioni poste dal  COVID-19, nel quale si è parlato dell’Organizzazione delle Reti (bambini nelle reti sociali e territoriali).

Il dott. Roberto Malinconico, presidente di Melagrana, ha introdotto l’incontro al quale hanno partecipato rappresentanti dei partner del progetto, educatori, docenti ma anche soggetti del privato sociale, rappresentanti di associazioni ed EELL del territorio.

Si parte dal romanzo d’avventura “Il giro del mondo in 80 giorni” (chi, da bambino, ma anche da adulto, non ha sognato di girare il mondo in 80 giorni?) per giungere alla consapevolezza che oggi, la tecnologia ha reso il mondo più piccolo (per la facilità di movimentazione di persone e di merci, oltre che per le opportunità di collegamento in rete) e trasformato le persone in viaggiatori statici.

Horticultura si pone l’obiettivo di favorire nei bambini, fruitori e destinatari del progetto, il passaggio dalla condizione di” viaggiatori statici” per renderli protagonisti ed esploratori del proprio territorio.

In pochissimi anni si è passati dalla società solida, a quella liquida (di boumaniana memoria) e a quella virtuale; entra in crisi il concetto di comunità: emerge un individualismo sfrenato dove l’apparire a tutti i costi e il consumismo si presentano come unici valori.

Il consumismo rende gli oggetti del desiderio rapidamente obsoleti, traghettando le persone in una sorta di bulimia delle merci senza effettiva necessità. I laboratori di agricoltura sociale favoriscono nei bambini il percorso educativo nella cura delle cose (del seme, del germoglio), nell’attesa naturale  del ciclo delle piante, ma anche ad entrare in contatto diretto con esse.

Il punto centrale della discussione del Workshop è stato come fare rete tra i diversi attori della comunità educante; ovvero, come mettere al centro i bambini e far interagire Scuola-Famiglia-Associazioni-E.E.L.L.-ASL.

Spesso i servizi offerti e le opportunità presenti sul territorio sono percepiti come distanti, poco attraenti e non inclusivi, poiché organizzati in maniera auto referenziata e poco orientati alla persona.

Attraverso i workshop, Horticultura si prefigge il rafforzamento della rete evidenziando le criticità e i bisogni emersi dal confronto con le famiglie, con i docenti, con gli educatori e gli assistenti sociali cercando di individuare percorsi innovativi integrati.

La pandemia da COVID-19 ha accentuato comportamenti nei bambini, adolescenti e giovani adulti di rigetto della vita sociale e scolastica, una reclusione volontaria dal mondo esterno: le uniche relazioni si instaurano in una chat, dietro lo schermo di un PC, con l’utilizzo dello smathphone.

SONO RIMASTO PER QUALCHE ORA SENZA CONNESSIONE INTERNET E HO CONOSCIUTO DELLE PERSONE STUPENDE QUI A CASA, DICONO DI ESSERE LA MIA FAMIGLIA”.

Ed è proprio dalla famiglia che inizierà il prossimo dibattito.

A presto