Continua la campagna di fango e di mistificazione nei confronti di chi coltiva l’accoglienza e la piena integrazione sul territorio, non con la politica dei porti chiusi ma con l’inclusione sociale, culturale e relazionale: dopo Riace, dopo il Centro Baobab, provano a colpire l’Ex Canapificio di Caserta. Ovvero, una delle esperienze SPRAR che il centro Ex-Canapificio ha portato avanti in questi anni a Caserta e che ha rappresentato una delle buone prassi sull’impegno col movimento dei migranti: un vero e proprio modello di riferimento nazionale costruito sui principi inderogabili dell’antirazzismo e di rivendicazione dei diritti per i migranti, per costruire un Paese capace di promuovere inclusione e non emarginazione e precarietà a danno dei più fragili.
L’Ex-Canapificio è stato per 27 anni il riferimento per migliaia di immigrati, presenti in un territorio dove caporalato, sfruttamento e criminalità organizzata dettano legge, attraverso i suoi volontari, i servizi e gli sportelli informativi.
Un progetto raccontato in tutta Italia, innovativo ed efficace: il Pedibus, la vertenza dei Buoni libri che le famiglie di Caserta sono riuscite ad ottenere grazie ai fondi dello SPRAR e all’impegno del movimento migranti e rifugiati proprio a dimostrazione che la solidarietà e l’inclusione si costruisce con la lotta e le pratiche quotidiane. Un’esperienza SPRAR gestita assieme alle suore Orsoline e alla Caritas di Caserta.
L’associazione Melagrana e la cooperativa sociale Koinè sono solidali e senza alcuna incertezza sono al fianco dell’Ex-Canapificio, perché sono le nostre compagne e i nostri compagni di viaggio nella costruzione di un mondo migliore possibile, capace di accogliere e di sostenere le fragilità in tutte le sue espressioni.