Amore, amicizia, felicità, solidarietà e accoglienza, si potrebbe continuare all’infinito ma basta questo per definire cos’è stata la decima edizione di Ortika Big Family che si è svolta dal 22 al 23 ottobre a Dugenta organizzata dall’associazione “L’Agorà” presso la fattoria sociale “Melagrana” e la comunità per minori “Tetto Rosso”. Ortika è uno degli eventi di street art più longevi del sannio e anche questa volta di street art ne ha offerta davvero tanta, dando la possibilità a chi era presente di osservare i vari artisti all’opera ed ammirare i vari stili e le diverse tecniche che distinguono ognuno di loro.
Ogni opera a modo suo rimarca il senso principale di queste due giornate: la promozione dei diritti umani e l’integrazione razziale con la speranza che i giovani della comunità possano proseguire la loro vita serenamente guardando al passato solo come un brutto ricordo. Sulla facciata del casolare quasi in rovina situato vicino l’entrata è possibile ammirare il ritratto, firmato Biodpi, del volto di Thomas Sankara, primo presidente del Burkina Faso denominato “il Che Guevara” africano che permise il risollevamento della nazione morto assassinato, si sostiene da Francia, Stati Uniti e Inghilterra, nel 1987. Sulla stessa facciata anche la strega di Sasi, un rimando alla cultura popolare del posto: Benevento. Un’altra facciata dello stesso casolare invece è firmata Stencil Noire con il suo bambino nero che sbircia oltre il muro delle diversità, così come la donna, protagonista della murata di Naf-Mk, guarda il suo volto riflesso in un frammento di vetro che mette in risalto invece la bellezza della sua diversità, una bellezza che è messa in evidenza a sua volta dall’opera di Elkemi; una giovane donna africana in cui è facile perdersi già dal primo sguardo. I bambini sono anche i soggetti dello stencil di Larva, alle prese con un intenso abbraccio simbolo di fratellanza e amore, della nutrice disegnata da Errico Di Cerbo e del poster di Bifido che per questa occasione ha scelto una foto di una bambina africana che a fatica trasporta un grosso diamante sulla schiena, allegoria dello sfruttamento dei paesi occidentali su quelli africani. Il territorio e l’appartenenza sono invece i protagonisti del disegno di Roberta Garzillo che ha mischiato volti e prodotti tipici del continente nero con un fondo a figure geometriche, le stesse figure geometriche sono anche le protagoniste del disegno di Nunzio. Infine la composizione vegetal-floreale di Lume si insinua alla perfezione con il tipico fogliame di Raro e insieme al trip di verdure di Korvo viene fuori il rimando alla natura, parte integrante della fattoria che ai suoi ospiti offre solo prodotti coltivati nelle proprie terre.
Oltre ciò, questa due giorni ha dato la possibilità a famiglie e bambini e anche ai ragazzi della comunità di approcciarsi in maniera del tutto pura con l’arte rendendoli attivamente partecipi nella realizzazione delle murate stesse come nel caso di Adel, un ragazzo egiziano di 16 ormai da due anni qui in Italia che deve tanto alla comunità in quanto gli ha permesso di imparare la lingua, integrandolo alla perfezione e permettendogli anche di andare a scuola ed è stato uno dei primi a proporsi e a dipingere parte dell’opera di Biodpi. Ortika Big Family come suggerisce il nome stesso è una grande famiglia che accoglie a braccia aperte chiunque ne voglia fare parte, chi era presente ha potuto avvertire la sincera armonia che aleggiava nell’aria trasportata da un vento fatto d’arte. Feste così servono, oltre tutto per ribadire il ruolo dell’arte che può e deve essere un ruolo sociale utile alla sensibilizzazione attraverso la comunicazione dei giusti messaggi.
Alessandro Canonico
Fonte: http://escvpeprjnapoli.blogspot.it/2016/10/ortika-big-family-2016-due-giorni-di.html?m=1