Napoli ha risposto con grandi numeri allo sciopero contro il Genocidio a Gaza, indetto per oggi 22 settembre. Sindacati, partiti, associazioni: tutti in piazza per dire Stop al Genocidio del popolo palestinese. Presenti Melagrana e YaBasta con la Rete Vesuviana Solidale.
Una manifestazione così partecipata, non la si vedeva da parecchio. Migliaia di persone provenienti da tutta la Campania, hanno riempito piazza Garibaldi, in un turbinio di colori, bandiere, striscioni e slogan. Lo sciopero di oggi, indetto dall’USB (Unione Sindacale di Base), per dire Stop al Genocidio, per dire stop alla sofferenza del popolo palestinese, e per fare pressione sul governo italiano affinchè dismetta i panni del supporter incondizionato di Netanyahu e si accodi al coro di quegli stati che riconoscono la Palestina e si impegnano a promuoverla. All’appello hanno risposto in migliaia: partiti, associazioni, sindacati, associazioni di categoria, studenti e precari, comunità palestinese e anche noi di Melagrana.
Lo sciopero
Le ragioni? Secondo ultimi calcoli di fonti palestinesi, il numero di palestinesi uccisi si aggira intorno a 70.000, di cui il 45% bambini. Ma il numero aumenta di giorno in giorno. Non c’è giorno in cui l’IDF non bombardi un palazzo, non faccia fuoco su degli innocenti in fuga, non apra il fuoco contro ospedali e luoghi di culto. Si tratta del primo genocidio in diretta: l’orrore arriva nei nostri smartphone ed è ormai innegabile che ci sia. Anche l’ONU ha dichiarato, dopo lunghe indagini, che quello che sta avvenendo è ufficialmente un genocidio.
Contro le ultime azioni israeliane che, alla luce del diritto internazionale, si configurano come veri e propri crimini di guerra, ci voleva qualcosa di forte. Contro le intidimidazioni alla missione della Global Sumud Flotilla, bisognava reagire. Per questo motivo è stato indetto uno sciopero, organizzato in breve tempo e reso possibile dal lavoro sinergico di sindacati, partiti e movimenti di sinistra. L’attenzione crescente verso la causa palestinese, ha fatto il resto. Ormai sempre più persone sono consapevoli del massacro e, sempre più persone sono consapevoli che, le notizie fornite dai media mainstream sono pura propaganda filo-israeliana. Per questo hanno risposto in migliaia alla chiamata degli organizzatori.
Manifestazioni in tutta Italia: da Milano a Torino, passando per Bologna, Pisa, Firenze, Roma e ovviamente Napoli. Ovunque lo sciopero è stato partecipatissimo, con quote molto alte a Milano e Roma, dove pare, si siano superate le 50.000 presenze. Ovunque cortei, striscioni e blocchi stradali. Ma la modalità non deve spaventare: si chiede solo l’intervento del governo contro Israele. Il corteo è stato anche accompagnato da un’interruzione parziale del trasporto pubblico in molte città: uno sciopero di 24 ore a cui hanno aderito però, solo alcune sigle sindacali.
Il corteo
Il raduno partiva da Piazza Mancini, alle 9:30. Ma la folla ha occupato molto presto, anche i marciapiedi di piazza Garibaldi, questo prima di mettersi in cammino. Il corteo è partito alla volta della stazione Centrale di Piazza Garibaldi, dove i manifestanti hanno occupato i binari della stazione per una manifestazione simbolica. Successivamente il corteo ha proseguito, come di consueto, verso Corso Umberto I, per poi finire verso il Porto di Napoli, con un chiaro riferimento simbolico a supporto della Global Sumud Flotilla.
Una folla oceanica che ha sfidato il grande caldo, ed ha avuto la meglio. Mentre la testa del corteo raggiungeva il Porto, il corteo copriva ancora tutta la via De Pretis, per poi terminare su Corso Umberto I, dove gli ultimi manifestanti si trovavano all’altezza di via Mezzocannone. Presenti davvero tutte le realtà che da sempre si impegnano a sostegno della causa palestinese: Dall’USB ai movimenti studenteschi di Link e del Collettivo Autoorganizzato Universitario (CAU), passando per Medici per Gaza, Medici Senza Frontiere, Movimento Transfemminista, Docenti di varie scuole, A.N.P.I., Partito dei C.A.R.C., Rifondazione Comunista, Partito Comunista, Potere al Popolo, Partito Comunista Rivoluzionario e naturalmente, la Rete Solidale Vesuviana, con Melagrana, di cui questa testata è parte attiva.
Il prossimo passo
A prescindere dal ruolo di evidente complicità che il governo italiano sta tenendo nei confronti di Netanyahu, quella di oggi è stata un’ottima prova di piazza. La popolazione ha dimostrato di aver capito da che parte stare; ha dimostrato che il modo migliore per far sentire la propria voce è quello di fermare tutto, di scendere in piazza e partecipare. Con una consapevolezza maggiore, ora la testa va ai prossimi appuntamenti, verso il 4 ottobre, data della manifestazione nazionale contro il Genocidio.