Sala piena al Centro Melagrana per la presentazione del libro di Saverio Tommasi e Francesco Malavolta. Tante emozioni e tanta energia per il libro che spezza i luoghi comuni sui migranti.

San Felice a Cancello. Sabato 23 settembre ha avuto luogo la presentazione di “Troppo neri”, una testimonianza diretta trasformata in libro, una fotografia precisa del dramma dei migranti. Nella sede dell’Associazione Melagrana sono arrivati i due autori del libro: Saverio Tommasi, giornalista di Fanpage e Francesco Malavolta, fotografo. I due sono stati accolti da un pubblico folto, composto da attivisti del territorio, cittadini impegnati e followers degli autori. Tra i temi della serata, immigrazione, accoglienza, pratiche disumane e leggi anti-immigrati; argomenti di cui si parla troppo poco ed ancora in maniera faziosa.

I preparativi

Questo evento è frutto di un lungo lavoro; l’Associazione Melagrana ha voluto fortemente questo incontro con Tommasi e Malavolta, già da qualche tempo. L’idea dell’incontro è nata in realtà, molto prima che il libro venisse dato alle stampe; già solo l’idea è stata sufficiente per generare l’attenzione di una realtà come Melagrana, impegnata nell’aiuto concreto a chi versa in situazioni di disagio. Nell’embrione di “Troppo neri” e nelle personalità degli autori, l’associazione aveva già percepito la comunità d’intenti e l’affinità sul campo dell’impegno sociale. Non è stato difficile incontrare la disponibilità di Saverio e Francesco e finalmente il 23, questo progetto è arrivato al culmine.

La presentazione al Centro Melagrana: gli interventi

L’attesa e il duro lavoro organizzativo non sono stati delusi: un pubblico accorso in gran numero ha riempito la sala conferenze del Centro Melagrana, ascoltando con attenzione e partecipazione le parole degli autori. L’evento è iniziato con i saluti del presidente di Melagrana Roberto Malinconico, che ha subito portato il focus della discussione sui temi centrali: immigrazione, accoglienza e diritti. Tra i punti salienti del suo intervento c’è sicuramente il riferimento alla necessità di vivere in armonia con il prossimo, mostrando disponibilità e inclusione. Subito dopo c’è stato l’intervento di Aziz Nanouche, mediatore culturale dello Sportello dei diritti di Scisciano e attivista di Ya Basta. Nelle sue parole, l’esperienza diretta di chi lavora offrendo supporto ai migranti, e quindi basata sulle discriminazioni subite, non solo nel quotidiano, ma anche a livello burocratico. Successivamente è intervenuta Mimma D’Amico, del CSA Ex- Canapificio di Caserta, che ha focalizzato la discussione sulla tematica delle leggi, italiane ed europee, che stanno diventando sempre più stringenti nei confronti dei migranti, condannandoli all’espulsione o ad una vita precaria.

“Troppo neri”

Dopo i doverosi interventi delle associazioni che quotidianamente lavorano con i migranti è stata la volta degli ospiti della serata, Francesco Malavolta Saverio Tommasi, e ovviamente, di “Troppo neri”. I due autori hanno presentato il libro mediante un format ormai ben rodato, portato avanti in tutta Italia nelle varie presentazioni. Partendo da alcune fotografie significative scattate da Malavolta, i due descrivono la scena immortalata che si pone come esempio di un quadro più ampio e di una drammatica quotidianità. L’intento di quelle foto è quello di smontare i vari “aiutiamoli a casa loro” e tutte quelle false credenze diffuse dalla destra secondo cui l’Africa non sarebbe poi così male. Le foto sono quindi contornate da un’ampia descrizione delle vicende e riguardano vari aspetti del fenomeno migratorio.

Una descrizione per ogni foto

Ogni scatto riportato da Malavolta ha un significato importante. C’è ad esempio la foto che ritrae la quotidianità del Burkina Faso, con le lunghe file per cibo e acqua. Un’altra foto, è stata scattata in una miniera, ed immortala un ragazzino di 12-13 anni, con il volto ricoperto dalla polvere, che trascorre la sua giornata lavorando a 25 metri sotto terra per pochi spiccioli. Un altro scatto è stato fatto invece lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, da cui transitano i migranti che passano per la Turchia. La persona ritratta è avvolta in una coperta rossa, insufficiente a riscaldare quella figura che cammina durante una forte nevicata che rende lo sfondo della foto cupo e desolante. Queste sono solo alcune delle immagini più toccanti, ma in “Troppo neri” ce ne sono 60; per ognuno una descrizione e una spiegazione di quel fenomeno, a dimostrazione che non si possono racchiudere tante istanze, tanti motivi, tante logiche, in una sola unica normativa generale e disumana.

Una nuova prospettiva

Sicuramente tra intervenuti e partecipanti alla presentazione di “Troppo neri” al centro Melagrana c’era una forte sensibilità sui temi dell‘immigrazione e dell’accoglienza. Tuttavia è stato importante ribadire la necessità di diffondere una nuova prospettiva, quella che guarda al fenomeno migratorio come fenomeno normale e non una continua emergenza come di solito viene descritto. Il movimento di persone è normale altresì, se le condizioni che mettono in pericolo chi si sposta, sono date proprio dai paesi del nord del mondo, che non hanno fatto altro che impoverire quelle aree. L’altro punto su cui bisognerebbe soffermarsi è la necessità di ragionare le soluzioni migliori per salvare vite umane dal massacro, dal deserto e dalla morte in mare. Sono in tanti gli attivisti e gli esperti a suggerire la creazione di corridoi umanitari; perchè se le persone lasciano il proprio paese, è importante che raggiungano la propria destinazione senza rischiare la vita.