Il fascismo, lo squadrismo e la politica dell’intolleranza non sono andati via da questo Paese; semmai questo governo ne sdogana giorno dopo giorno pezzi ed apparati sempre più pericolosi e minacciosi.

Gli episodi di Firenze del pestaggio fascista, i decreti restrittivi di aggregazione (fatti passare per i rave, ma buoni per tutte le altre adunate non gradite), la totale assenza, anche di un comune sentimento di umanità, di questo governo davanti alla strage di migranti di Cutro dei giorni scorsi, sono i chiari segnali di una scelta sempre più orientata a silenziare il dissenso, a criminalizzare chi lavora per promuovere diritti ed abbattere le differenze sociali, di razza, di orientamento religioso, sessuale, politico.

La spinta alla guerra sulla quale continua a muoversi questo governo, ma anche buona parte dei partiti che pure agitano bandiere arcobaleno e animano le marce della pace, ha bisogno di agitatori che fanno tacere voci di dissenso.

Dobbiamo tenere alto il livello di attenzione: l’antifascismo non è una pratica in disuso, ma deve essere ripresa e, unitamente alla difesa della nostra Costituzione, portata come tema di discussione nei luoghi di lavoro e nelle scuole.

Il fascismo non è un’opinione, ma un reato: va contrastato con ogni mezzo. La resistenza ce lo ha insegnato con il sangue di tantissimi innocenti versato per la libertà e la democrazia del nostro Paese, nella lotta al nazifascismo.

Noi di Melagrana riteniamo che la resistenza non è finita, ma oggi più che mai sentiamo il dovere di difendere una democrazia e una libertà alla quale tanti guardano con speranza e fiducia per poter costruire un futuro migliore: questo futuro cercavano i migranti di Cutro e le migliaia di profughi che scappano dalla povertà, dalle carestie, dalle guerre (che spesso proprio i governi del nord ricco del mondo, tra cui il nostro, alimentano).

La manifestazione di Firenze è stato comunque un buon segnale che lascia intendere una coscienza antifascista ancora viva nel Paese, oltre che aver portato l’attenzione su quanto serpeggia nelle manovre di questo governo: dalle autonomie differenziate alla modifica della scuola, dalla chiusura delle frontiere alla negazione dei diritti quali ius soli o unioni civili, dalla spinta alla guerra alla politica diplomatica che dialoga con regimi sanguinari e violenti come la Turchia di Erdogan.