ius sanguinis, ius soli, ius j: un diritto che non riesce ad essere tale
Fatima, 18 anni, dominicana, parla spagnolo italiano e dialetto napoletano; studia all’istituto alberghiero. È una delle ragazze di Tetto Rosso, la comunità alloggio dell’associazione Melagrana: un porto sempre aperto ad accogliere minori in difficoltà, cittadine e cittadini di questo mondo, senza nessuna discriminazione di religione, provenienza, razza, sesso, identità.
Fatima da alcuni giorni è cittadina italiana, ma per lei e per noi non è cambiato nulla: lei lo era già, da sempre è stata cittadina di questo Paese.
In Italia vige il principio dello ius sanguinis (“il diritto di sangue”): un bambino è italiano solo se lo è almeno uno dei due genitori, come cita una legge del 1992. Altre possibilità per ottenere la cittadinanza sono la naturalizzazione o il matrimonio.
Fatta salva questa possibilità, viviamo il paradosso che migliaia di ragazze e ragazzi italiani dalla testa ai piedi (vivono in Italia da anni, hanno frequentato le scuole in Italia, si sentono appartenere a questo Paese e ne condividono l’impianto costituzionale), invece non lo sono.
Il diritto è visto come privilegio e la negazione del diritto nasconde solo una xenofobia e un razzismo oramai non più nascosta.
L’associazione Melagrana è da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle donne e degli uomini che vivono questo nostro mondo che vogliamo inclusivo e senza muri o frontiere. Il nostro hashtag è #primalepersone, in una società in cui tutti #restiamoumani.
Da alcuni anni, il dibattito politico si è animato sul diritto di cittadinanza e di come fare per riconoscerlo a chi già di fatto è cittadino italiano, pur senza averne il passaporto.
Questo paradosso continua ad essere un’anomalia che penalizza migliaia di ragazze e ragazzi cui viene negato il proprio diritto ad essere pienamente cittadine e cittadini del paese in cui vivono.
Lo ius culturae consiste nella possibilità di ottenere la cittadinanza per un minore straniero, nato in un Paese o arrivato entro una certa età, a patto che abbia frequentato regolarmente almeno uno (o più) cicli di studio o di formazione professione.
Nello ius soli la cittadinanza viene concessa per il solo fatto di essere nato sul territorio italiano, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
Melagrana chiede che, come per la nostra Fatima, avere la cittadinanza non sia più un’eccezione, ma la normalità.
Ius soli o ius culturae per Melagrana non fa alcuna differenza, purché sia ius.