Il 29 settembre 1944 le truppe nazifasciste uccisero a Marzabotto 197 persone, sterminarono 29 famiglie, uccisero 52 bambini innocenti. Melagrana nel 2011 ha fatto un Viaggio nella Memoria alle Fosse Ardeatine e a Marzabotto, perchè riteniamo un dovere coltivare la memoria su fatti atroci che hanno colpito il nostro paese. Si devono sempre combattere idee e comportamenti fascisti, e purtroppo stiamo vivendo un momento storico dove queste idee ritornano e ritornano nei posti di potere. Nostro compito è quello di contrastarle e di diffondere una cultura di condivisione, di non paura del diverso da noi. C’è bisogno di un fronte antirazzista forte.
Riportiamo il report di quel viaggio con una galleria fotografica. Vogliamo ricordare con affetto la partecipazione di Gennaro Di Paola, partigiano delle 4 giornate di Napoli.

Fosse Ardeatine e Marzabotto per non dimenticare

Viaggio nella Memoria

Melagrana nei luoghi della barbarie nazi-fascista in Italia

                Sono passati un po’ di anni dalla nostra esperienza ai campi di Auschwitz e Birkenau; da quella immersione nel dolore che come gruppo abbiamo voluto fare e condividere. Un viaggio che ha segnato profondamente ciascuno di noi, tanto da profondere impegno ed energie nel tenere viva la Memoria sulla grande barbarie dello sterminio nazi-fascista della II guerra mondiale; energie ed impegno rivolto all’esercizio collettivo della Memoria con incontri rivolti alle nuove generazioni di studenti che rischiano di archiviare in una pagina di storia ciò che è accaduto nei campi di concentramento e di sterminio di mezza Europa nello scorso secolo.

In questi anni abbiamo portato in giro una impegnativa mostra sulla Memoria, l’abbiamo presentate alle scuole e aperta ad un pubblico di visitatori attenti; abbiamo cercato di far vivere il 27 gennaio (giornata nella quale in tutto il mondo si celebra la Shoah) come un giorno speciale da non dimenticare alle centinaia e centinaia di studenti che hanno visitato la mostra “Viaggio nella Memoria”; abbiamo provato a rinnovare l’idea di Pace e di rispetto universale per la persona umana.

Il bisogno di essere nei luoghi della tragedia prodotta dal nazi-fascismo però non ha abbandonato ciascuno di noi e appena le condizioni si sono presentate, l’associazione Melagrana ha ripreso il suo viaggio: le Fosse Ardeatine e Marzabotto sono state le nuove mete; 42 i viaggiatori fuori dal tempo in questo pellegrinaggio per non dimenticare.

Con noi un ospite di eccezione: Gennaro Di Paola, partigiano, tra i protagonisti delle quattro giornate di Napoli, il moto insurrezionale di ribellione al nazi-fascismo che ha dato il via al processo di liberazione dell’Italia. Con lui giovani ed adulti uniti in questa esperienza.

Tre giorni intensi. Racconti e testimonianze che hanno riempito questo viaggio di emozione e di orgoglio per tutti coloro che hanno dato la vita, per quelle speranze spezzate il cui sacrificio ha donato a noi la libertà e la democrazia dalla tirannide del nazi-fascismo. Si! orgoglio nel sentire ciascuna di quelle vittime come fratelli.

Prima tappa: le Fosse Ardeatine dove il 23 marzo 1944 in un’azione di guerra a Roma in via Rasella, un gruppo di partigiani dei Gap uccideva 33 soldati del battaglione Bozen e ne feriva 38 facendo scoppiare una carica esplosiva e attaccando la colonna nemica con armi automatiche e il lancio di bombe da mortaio leggere. Accuratamente preparata, l’azione colpiva uno dei battaglioni specializzati in azioni di rappresaglia e faceva seguito a una serie di massacri perpetrati nei mesi precedenti dai tedeschi nelle zone intorno alla capitale ai danni di persone innocenti, spesso donne, vecchi e bambini: 18 vittime a Canale Monterano, 32 a Saturnia, 14 a Blera, 40 a San Martino, 14 a Velletri ecc.
Kesselring e il comandante della piazza di Roma, Kurt Maeltzer, stabilirono le modalità della rappresaglia: dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso. L’eccidio avvenne immediatamente e fu affidato al colonnello Herbert Kappler, coadiuvato dal capitano Priebke: il giorno dopo l’azione partigiana, 335 uomini furono uccisi alle fosse Ardeatine, ciascuno con un colpo alla nuca. La maggior parte delle vittime venne prelevata dal carcere di Regina Coeli e dal comando di via Tasso, cinquanta furono scelte e consegnate dal questore fascista Caruso.

Fortissima l’emozione nel sacrario, nel luogo dell’eccidio, davanti alle 335 tombe di innocenti barbaramente uccisi. La guida dell’ANPI commossa e rauca nella voce ci ha trasmesso il dolore (la lapide n. 2 custodisce le spoglia del padre della sua compagna) ma anche l’importanza di non far cadere il silenzio su queste pagini atroci della nostra resistenza.

Seconda tappa: Marzabotto, dove la brigata partigiana Stella Rossa impegnata a contrastare l’esercito tedesco e gli alleati fascisti, subì una delle più violenti e terribili rappresaglie nazi-fasciste verificatesi in Italia. Per tre giorni, a Marzabotto, Grizzana e Vado di Monzuno (dal 29 settembre al 5 ottobre del ’45)il maggiore delle SS Walter Reder, coadiuvato dai collaborazionisti fascisti, compì una delle più tremende rappresaglie che cominciò con l’eccidio di in località Caviglia dove i nazisti irruppero nella chiesa dove don Ubaldo Marchioni aveva radunato in preghiera i fedeli e li trucidò senza pietà, donne uomini e bambini …. abbiamo visto la chiesa e i fori di proiettili ad altezza di bambino (in quei giorni ne furono ammazzati 155 con un’età inferiore ai 10 anni e 95 che avevano meno di 16 anni).

In quei giorni drammatici su quelle montagne a ridosso di Bologna furono vigliaccamente ammazzati 1.830 persone, partigiani e gente del luogo che difendeva il proprio territorio e l’Italia dall’avanzata della barbarie nazi-fascista.

Abbiamo camminato in quei luoghi, per i sentieri impervi di quelle montagne che aprono alla pianura padana. Abbiamo respirato quell’aria e guardato le macerie ancora presenti in quei luoghi. Abbiamo ascoltato il pianto ed il dolore di quelle vittime innocenti.

La giornata era calda e il sole accarezzava quei luoghi, quasi a voler riscaldare quei corpi e preservarli dal freddo delle notti e del tempo, rinnovando continuamente il fiorire dei ricordi su quelle storie che si sono interrotte in quei giorni di barbarie.

Il viaggio si è concluso con il rientro a casa, ciascuno con le proprie emozioni e la consapevolezza di dovere una grandissima gratitudine a quei martiri ai quali dobbiamo la nostra libertà e la sconfitta del nazi-fascismo: ci hanno consegnato un’Italia democratica, repubblicana e antifascista.